lunedì 8 febbraio 2016

The Revenant, Di Caprio e la corsa agli Oscar

Proprio ieri Alejandro G. Iñárritu, regista del colossal The Revenant si è aggiudicato il DGA Award, premio assegnato dal sindacato dei registi di Hollywood, ed il quale solitamente anticipa l'esito delle candidature agli Oscar 2016. Di conseguenza, lo staff di The Revenant sta già festeggiando questo grande risultato.




Ma intorno al film, già da qualche mese, si è radunato un agguerrito gruppo di fan che, esaltando la notevole performance del protagonista indiscusso Leonardo Di Caprio, vorrebbe finalmente far portare a casa all'ex Jack Dawson di Titanic, l'aurea statuetta. Sì perché già da qualche anno è diventato un vero e proprio tormentone "Quanto è bravo Di Caprio! Possibile che non abbia ancora vinto l'Oscar?" 

The Revenant è un film importante e sembra confezionato apposta per l'Oscar a Di Caprio, un po' come un compito di ammissione all'interno del quale si fanno i salti mortali per dimostrare di essere all'altezza. Per la verità, Di Caprio non aveva necessità di dimostrare alcunché: le sue interpretazioni assolutamente sopra la media (soprattutto per un attore della sua età) parlano per lui. Senza scomodare film di dieci o vent'anni fa, basti prendere a campione la sua recentissima collaborazione con Martin Scorsese, che si è concretizzata in The wolf of Wall Street (2014), dove Di Caprio ci regala una performance drammatica straordinaria, da vero mattatore del grande schermo.

Ciononostante, ben dopo ben 5 candidature agli Academy Awards, il protagonista di Gangs of New York è sempre e comunque rimasto a bocca asciutta. Certo, nel corso della carriera si è aggiudicato ben tre Golden Globe ed un numero incalcolabile di premi minori, ma non gli è stato possibile scorgere la statuetta per eccellenza se non con il binocolo.

Un vero e proprio ciclone mediatico ma soprattutto un moto di popolo rischia quindi di influenzare non poco l'esito della candidatura dell'attore di origine italiana nella categoria "Miglior attore protagonista" alla vigilia di questi Academy Awards 2016.


La performance che Di Caprio offre in The Revenant è convincente. Il film è in larghissima parte incentrato sul suo personaggio, impegnato in un soliloquio che richiama i tratti di Balla coi lupiDersu Uzala e di Into the Wild. 
Compito tutt'altro che semplice, quindi, quello di sostenere sulle proprie spalle una parte significativa di una pellicola da 156 minuti, fatta per il 99,9% di esterni, girata a temperature polari in paesaggi impervi ma straordinari.

The Revenant è una storia difficile ed amara - ispirata a fatti realmente accaduti - e si svolge nell'agone di un Nord America dei primi dell'800, dove cacciatori e commercianti di pellami di origine europea e tribù di nativi americani, di fatto vivono quotidianamente un "tutti contro tutti" che li vede scontrarsi con violenza e ferocia all'interno di un contesto dove regna opportunismo e prevaricazione.

È sullo sfondo di una natura che non rinuncia al suo splendore ma che è al tempo stesso ostile, che il protagonista Hugh Glass (Di Caprio), esperto trapper e cacciatore di pelli, compie il suo percorso in un certo senso iniziatico, trovandosi a dover affrontare, in solitudine e mosso da sete di vendetta, delle prove inaudite, in una classica dinamica di evoluzione interiore che lo porterà a comprendere la propria essenza.


Il regista messicano Iñárritu dirige questa sinfonia naturalistica con sapienza, evitando la retorica autoreferenziale ma anche la tentazione meramente spettacolaristica. La recitazione è calibrata e giusta, così come gli episodi più forti e violenti, che non prendono mai il sopravvento. Gli effetti speciali sono utilizzati con intelligenza anche se a tratti le "aggiunte" fatte al computer appaiono troppo evidenti e stridenti, rivelando la presenza estranea dell'animazione. In ogni caso, è un dettaglio piuttosto irrilevante, nel contesto di una grandiosa e triste avventura che ci regala immagini di grande potenza visuale.


Di Caprio è pienamente consapevole di essere il fulcro del film - anche se il bravissimo antagonista Tom Hardy gli contende la scena - ma riesce a calibrare la recitazione in modo tale da inserirsi con equilibrio all'interno di un contesto scenico e drammatico molto impegnativo.


Staremo a vedere se una prova del genere frutterà a Di Caprio, finalmente, l'Oscar come miglior attore protagonista; in ogni caso The Revenant rappresenta una delle sue migliori prove e sicuramente uno dei film più interessanti della stagione.





2 commenti:

  1. Volevo segnalare che il film è il remake del crepuscolare "Uomo bianco va' col tuo Dio" del 1971, il cui protagonista era il grande attore irlandese Richard Harris
    Inoltre, una riflessione personale: la vessante richiesta dei fan di Di Caprio al fine di fargli finalmente conseguire un Oscar è tanto comprensibile quanto concettualmente sbagliata, perchè l'Academy si sentirà sotto pressione e gli concederà sicuramente il premio, ma ciò "pilota" questa assegnazione in modo meccanico, togliendo all'attore stesso, probabilmente, la sorpresa e la gioia di averlo conquistato senza input esterni

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    1. Sono d'accordo, purtroppo questa pressione incessante suona un po' come una forzatura, non giova a Di Caprio e nemmeno al film, quindi sicuramente toglierà un po' di imparzialità al giudizio che verrà emesso.
      In ogni caso staremo a vedere anche quanto il predecessore che tu giustamente citi ("Uomo bianco") peserà sulla valutazione complessiva che si darà del film.

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