Il pretesto per parlare di Ettore Scola ce lo fornisce uno dei suoi film più importanti: "Che ora è?" anche se nell'immaginario collettivo non compete certo con le pietre miliari della sua produzione di sempre, come "C'eravamo tanto amati" oppure "Una giornata particolare", solo per citarne due.
Un padre ed un figlio a confronto. Il tema potrebbe sembrare scontato ed abusato se inserito all'interno di una normale e soprattutto banale commediola. Tutto cambia però se nell'obiettivo si muovono Mastroianni e Troisi e dietro la macchina da presa c'è proprio Ettore Scola. E' proprio sul confronto fra generazioni e sulla differenza di prospettive che caratterizza la vita dei due personaggi principali di questo film, che si svolge una storia fra le più riuscite del cinema italiano degli ultimi venticinque anni.
Un padre ed un figlio a confronto. Il tema potrebbe sembrare scontato ed abusato se inserito all'interno di una normale e soprattutto banale commediola. Tutto cambia però se nell'obiettivo si muovono Mastroianni e Troisi e dietro la macchina da presa c'è proprio Ettore Scola. E' proprio sul confronto fra generazioni e sulla differenza di prospettive che caratterizza la vita dei due personaggi principali di questo film, che si svolge una storia fra le più riuscite del cinema italiano degli ultimi venticinque anni.
L'accoppiata fra due sensibilità
cinematografiche apparentemente distanti potrebbe sembrare azzardata: da una parte un navigato ed esperto Mastroianni, veterano di un certo cinema all'italiana già allora estinto, dall'altra un Troisi fra i migliori rappresentanti della nuova comicità, capace di proiettare le maschere napoletane nel futuro; in realtà tutto ciò
costituisce uno dei punti di forza di questa pellicola. Michele, un
ragazzo semplice e senza particolari “grilli per la testa”
(Massimo Troisi), laureato in Lettere ed impegnato nel servizio
militare in una caserma di Civitavecchia, riceve la visita del
perennemente indaffarato papà Marcello (Marcello Mastroianni), ricco
avvocato di vecchio corso, attento al vestiario ed ai piaceri della vita. I
due, da anni lontani, ormai non sono distanti solo fisicamente: il tempo ha
accentuato le differenze fra padre e figlio, facendo emergere
inesorabilmente due caratteri contrapposti, due distinti stili di
vita. Inizia così una giornata molto particolare che i due
passeranno insieme confrontandosi, scontrandosi, riflettendo sulle
loro rispettive vite trascorse ed a venire.
Scontro generazionale,
sì, ma anche semplice e puro confronto fra due individui, legati da
un affetto sicuramente sincero ma allontanati l'uno dall'altro da
modelli e concezioni della vita nel tempo divenuti inconciliabili. La
storia si svolge in una cornice molto suggestiva, una Civitavecchia
bagnata dalla pioggia, ricca di sfumature e di momenti
altamente espressivi, complice un mare invernale, il tutto commentato
dalle sapienti musiche di Trovajoli.
Un vecchio orologio da
taschino farà da filo conduttore, una semplice domanda schiuderà la
chiave del racconto:
“Che
ora è?”
Si conferma in questa pellicola la tendenza di Scola ad una gestione teatrale degli spazi, quel minimalismo che negli anni si è imposto come un tratto distintivo del suo stile.
"Una giornata particolare", "La cena", "La famiglia", "Concorrenza sleale", "Il viaggio di Capitan Fracassa", "Splendor", sono solo alcuni dei suoi film dove la sceneggiatura prende vita in un universo ristretto, a volte limitato nel tempo ma sempre circoscritto in uno spazio preciso, per far emergere con forza le storie raccontate ma soprattutto per restituire una dimensione umana e plausibile al suo universo drammatico.
In questo senso, la lezione neorealista è ben presente nella mente di Scola, quel neorealismo fatto di storie "qualunque", di accadimenti "insignificanti" per la grande massa ma che in realtà celano un potenziale drammatico dirompente, proprio perché autentiche e circoscritte.
Basti pensare ai seminali "Ladri di biciclette" e "Umberto D.", entrambi di Vittorio De Sica. Non è un caso se il grande regista, fra i padri del neorealismo, sia stato ampiamente omaggiato da Scola in "C'eravamo tanto amati", con una dedica e numerosi riferimenti a "Ladri di biciclette", nonché un'apparizione di De Sica stesso.
"Una giornata particolare", "La cena", "La famiglia", "Concorrenza sleale", "Il viaggio di Capitan Fracassa", "Splendor", sono solo alcuni dei suoi film dove la sceneggiatura prende vita in un universo ristretto, a volte limitato nel tempo ma sempre circoscritto in uno spazio preciso, per far emergere con forza le storie raccontate ma soprattutto per restituire una dimensione umana e plausibile al suo universo drammatico.
In questo senso, la lezione neorealista è ben presente nella mente di Scola, quel neorealismo fatto di storie "qualunque", di accadimenti "insignificanti" per la grande massa ma che in realtà celano un potenziale drammatico dirompente, proprio perché autentiche e circoscritte.
Basti pensare ai seminali "Ladri di biciclette" e "Umberto D.", entrambi di Vittorio De Sica. Non è un caso se il grande regista, fra i padri del neorealismo, sia stato ampiamente omaggiato da Scola in "C'eravamo tanto amati", con una dedica e numerosi riferimenti a "Ladri di biciclette", nonché un'apparizione di De Sica stesso.
Nel mondo cinematico di Scola non c'è spazio per storie urlate o situazioni sopra le righe: anche nei casi più "estremi", come in "Brutti, sporchi e cattivi", tutto è ponderato e "giusto". Risiede proprio in questo straordinario equilibrio la forza narrativa di Scola. Un equilibrio che di fatto è la manifestazione di una eleganza che lo pone di diritto fra i più grandi geni del cinema italiano.
Jurij Nascimben
Che ora è?
Regia di Ettore Scola
Con Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Anne Parillaud, Lou Castel.
Italia - 1989
Che ora è? di Jurij Nascimben è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
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